Amleto & Ofelia 

farsa e tragedia in due atti

Opera inspirata ad Amleto di W. Shakespeare, all'Orestea di Eschilo, ad Amleto ovvero Le conseguenze della pietà filiale di J. Laforgue

di Filippo Rizzo con Cristina Antonello, Alessandro Chiti, Daniele Chiti, Lucia Legnaro, Filippo Rizzo

Sinossi

Scrutano le sentinelle nelle preoccupazioni..., c'è Amleto snob più in là, e lo zio assassino, ma di Machiavelli è “Il principe”... E la farsa è nell'amore per la scena: uno specchio per la natura. Sia questo dietro al sipario e chissà. Tra Laforgue e Shakespeare è già passato Carmelo Bene... E allora? E chi fu e non fu? E l'Orestea... Di nuovo la farsa sarà nell'amore per la scena, basta Amleto, che ha già lasciato il segno. Solo il segno in un'altra riscrittura insieme allo spirito critico. La società fallocentrica (al maschio un ruolo dominante sulla donna) presa in giro! Ironia e il resto è silenzio... L'incapacità di agire... Ofelia (“femme fatale”)... Vittime... Ma mancano i crisantemi... La pietà come fu difficile... Il complesso di Edipo... Per chi vuole un senso, questo non è il luogo della coscienza... E c'è di mezzo chi taglierebbe gole in chiesa. Infine Amlodhi significa pur sempre “deficiente”...

Perché un Amleto in più? (Considerando poi il finale di Laforgue “Un Amleto di meno; non per questo la razza si è estinta, diciamocelo pure!”...) Lo spazio per un confronto dove abbandonarsi, ovvero il teatro... Non c'è spinta, né tempo per le interpretazioni.

 

 

“La passione è l’unico luogo dove è possibile recitare. Il prezzo da pagare, però, è il sacrificio della ragione. […] Un attore può recitare qualsiasi parte tranne quella di un attore. Amleto dovrebbe essere impersonato da un attore preso dalla strada [...]. Il punto nodale è che Amleto è un attore, e nessuno può recitare se stesso. Si può solo essere se stessi. […] Se un’opera è davvero perfetta, si presta meno di altre alla discussione e all’approfondimento critico.”

W.H. Auden, Lezioni su Shakespeare

Ma ciò è già avvenuto con C.B., e il successivo cono d'ombra rimastogli... Così procede questa riscrittura: nel tramite dell'ambiguità, e dello sprazzo comico, esaurendosi nel dubbio e nella retorica.

 

 

«Chi va a dimostrare che il Bardo/ Era sobrio mentre scriveva/ Che questo mondo di fatto che amiamo/ È non sostanziale scarto;/ tutto il resto è silenzio/ dall’altra parte del muro:/ e il silenzio è maturità/ e la maturità è tutto.»

W.H. Auden, Il mare e lo specchio

Nota

E in quel di Vittorio Gassman?, e Laurence Olivier? (E Kozintsev?, e Branagh?, e Zeffirelli?) Scorci di borghi e castelli medioevali, “locations for Elsinore”, cartapesta, legno, premi, U.S.A. e Oscar..., economia, buone intenzioni, “borghesia”, colonna sonora di Morricone, avendo a che fare col cinema o la tv: esempi alla memoria. Allora, ripeto, “riscritto”, cioè daccapo, fino ad annullarla la memoria. Le risorse in Fo, Brecht, Beckett, Muller, Eliot, Bene... La “macchina di Amleto” e quella “attoriale”... L'immediatezza di Rossini... Un preponderante nero di notte.